Martedì primo maggio, durante un presidio informativo
autorizzato davanti al “Circo delle stelle”, tre attivisti animalisti, mentre
interagivano pacificamente con dei passanti e distribuivano i loro volantini,
sono stati aggrediti fisicamente e verbalmente da una decina di lavoratori
circensi.
Uno di loro ha ricevuto pugni e calci in pancia e sulla schiena ed è stato
infine trascinato sull’asfalto per qualche metro, mentre gli assalitori
circensi urlavano invettive ed insulti tra cui citiamo: “prova a salvare gli
animali adesso, coglione”. Un passante che stava, in quel momento, parlando con
gli animalisti è stato scaraventato a terra per aver tentato di prenderne le
difese. Una donna, tra gli assalitori, attacca un'attivista, colpendola alla
testa e sul naso, intenzionata a stracciare il permesso della questura per il
presidio.
Al momento dell’inizio dell’attacco, le forze dell’ordine non erano presenti,
sebbene fossero stati avvisati del presidio, ma arrivano solo dopo essere stati
contattati dagli stessi attivisti per placare la furia cieca dei violenti. Una
volta rilasciate le loro dichiarazioni alle forze dell’ordine, i ragazzi
aggrediti si sono recati al pronto soccorso per farsi medicare le ferite e fare
verbale delle violenze subite.
Esprimiamo la nostra massima solidarietà alle vittime di queste violenze. Dei
pacifici ragazzi con l'obbiettivo di informare le persone dirette al circo
dell'atrocità celata dietro ai tendoni sono stati a loro volta vittime della
violenza di chi tiene gli animali in gabbia per i propri interessi economici.
Crediamo che un episodio come questo mandi un chiaro messaggio su chi siano le
persone che gestiscono queste imprese di tortura, sfruttamento e schiavitù, che
riducono gli animali a meri strumenti di profitto. La violenza che si esprime
verso gli animali nei circhi è la stessa che trova sfogo su chi vuole
difenderli. Vogliamo vedere circhi senza animali. Vogliamo la fine del profitto
sulla sofferenza di chi ha la sola colpa di appartenere ad una specie diversa
dalla nostra. L’unico modo per ottenerlo è smettere di frequentare tutti questi
luoghi di prigionia e attivarsi per lottare contro di essi. Questo triste
episodio di violenza ci dimostra che stiamo colpendo questi aguzzini dove fa
loro più male, il portafoglio. Portiamo quindi tutta la nostra solidarietà alle
vittime di questa aggressione, tanto quanto alle vittime della prigionia
specista perpetrata dai circensi, senza lasciarci intimidire dalla violenza e
dalle minacce.
Dalla parte delle vittime dello specismo.